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Costa Concordia, Rossi: “Le motivazioni del mio no a Genova”

Intervista al presidente della Regione Toscana

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FIRENZE - "Votando contro ho ottenuto che ora si vada al Consiglio dei ministri". Di ritorno da Roma, dove si è svolta la conferenza dei servizi sulla rimozione della Costa Concordia, il presidente Enrico Rossi ha incontrato la stampa per spiegare le ragioni della sua opposizione. "Si è voluto escludere ogni valutazione comparata tra diversi progetti ", ha proseguito. "Da parte mia ho dichiarato la volontà di votare l'ipotesi Genova purché si accettasse una variabile minima, ossia che il giorno prima della partenza delle operazioni di rigalleggiamento si verifichi lo stato di avanzamento dei lavori al porto Piombino. La risposta a questa richiesta è stata che vale solo la proposta di Costa Crociere".

"La mia posizione - ha aggiunto Rossi - non è mai cambiata dall'inizio di questa vicenda. Mi batterò fino in fondo per ragioni ambientali precise. La Concordia è un ammasso di ferro marcio dentro. Per due anni e mezzo è rimasta adagiata sulla costa del Giglio, contro gli equilibri ambientali e la fragilità dell'isola. Prima si è detto che sarebbe stata rimossa in sei mesi, poi è passato un altro anno e infine un altro ancora e il Giglio e la Toscana si sono dovuti sobbarcare questa situazione. Trasferire la Concordia a Genova è una sciocchezza ciclopica. Non si prende neppure in considerazione l'idea di valutare proposte diverse, assai ragionevoli come la nostra, che tiene conto del principio di precauzione, un principio al quale ci si ispira in tutta Europa anche in assenza di rischi. Si dice che la 'finestra' utile per trasportare la nave a Genova è ristretta al momento dell'alta pressione meteo, ma per portarla a Piombino, con un viaggio di un solo giorno, la 'finestra' sarebbe aperta tutto l'anno. Il governo deve riflettere sul tema della valutazione comparativa e sul principio di precauzione. Fossi il governo sentirei il rischio di una figuraccia mondiale".

Rossi ha anche aggiunto che accetterà le decisioni del Governo che, ha detto, "sono rispettabili".

"Se Piombino fosse pronta a settembre, come chiedo di verificare, non mi interessa chi dovrà fare i lavori, ma il tragitto non è questione privata. Si sono fatte riunioni numerosissime – ha detto il presidente riferendosi a quella di oggi - tutti quanti riuniti per dire sì a Costa Crociere. Mi sembra una rinuncia da parte dello Stato ad esercitare le sue prerogative su un bene comune".

Il presidente Rossi ha anche affrontato il tema dei lavori al porto di Piombino: "Abbiamo fatto molto bene a investire su Piombino – ha detto tra l'altro – per realizzare l'escavo a venti metri e la banchina, opere che lo fanno diventare veramente competitivo. Questa scelta forse ha fatto risentire la portualità italiana. Noi siamo sulla strada giusta, che darà risultati indipendentemente dall'esito della vicenda della Costa Concordia. I lavori proseguiranno secondo cronoprogramma e poi l'Autorità portuale metterà a bando la realizzazione del bacino di carenaggio per la demolizione dei navigli europei e per il refitting delle navi da crociera. Oggi siamo l'unico porto Italia che ha le autorizzazioni per la rottamazione. Anche chi ha presentato una proposta per la siderurgia ha apprezzato questi investimenti e si è soffermato sulla valenza logistica del porto", ha concluso il presidente riferendosi al recente incontro con Jindal South West.

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