ISOLA DEL GIGLIO - ARPAT fino dai giorni immediatamente successivi al naufragio della Costa Concordia presso l’isola del Giglio nel gennaio del 2012 ha effettuato costantemente attività di monitoraggio ambientale, tempestivamente pubblicate sul proprio sito Web (vedi sezione dedicata http://www.arpat.toscana.it/attivita/supporto-tecnico-scientifico/emergenze-ambientali/naufragio-nave-costa-concordia )
Questa attività è continuata durante la fase di rigalleggiamento del relitto (refloating) prevista a partire da lunedì 14 luglio (vedi i risultati delle analisi pubblicate ) e del successivo trasferimento (towing) a Genova.
Durante la fase di traino del relitto dall'isola del Giglio (iniziato mercoledì 23 e concluso domenica 27 luglio), l'ing. Stefano Santi di ARPAT si è imbarcato sulla nave "Diciotti" della Capitaneria di Porto ed ha seguito le attività di competenza dell'Agenzia, in particolare prelevando periodicamente campioni d’acqua a monte del convoglio ed a poppa della Concordia, in modo da poter verificare l’eventuale impatto del trasporto sulle acque marine.
Le analisi vengono effettuate successivamente nei laboratori di ARPAT, con strumentazione sofisticata per la ricerca di numerosi parametri (17 metalli, 8 ftalati, 14 solventi, oltre a idrocarburi, tensioattivi e nutrienti): data la complessità delle analisi da svolgere e le concentrazioni delle sostanze ricercate in tracce nelle acque marine, le determinazioni richieste non possono essere effettuate in campo con la stessa accuratezza e sensibilità .
E' stato pubblicato sul sito Web dell'Agenzia una ARPATnews che contiene una sorta di diario di viaggio del tenico ARPAT, continuando così ad assicurare la massima trasparenza di tutto quanto fatto dall'Agenzia in questi due anni e mezzo sulla vicenda Concordia.
Le operazioni di monitoraggio ambientale delle acque marine, che si sono svolte durante il tragitto da Isola del Giglio a Genova, sonoi state condotte in collaborazione con personale della Capitaneria di Porto e con personale ARPA Liguria.
Il tecnico ARPAT, alla presenza dei tecnici sopra indicati e di UNIROMA, ha proceduto direttamente al campionamento delle acque, al confezionamento delle stesse in idonei contenitori, ed infine alla loro stabilizzazione al fine di permettere la stabilità del campione fino all’arrivo al laboratorio ARPAT di Area Vasta di Livorno.
I campioni effettuati sono stati complessivamente 24 ed il protocollo analitico ha contemplato i seguenti parametri: Idrocarburi C10-C40; Ftalati; Tensioattivi e nutrienti; Metalli (compreso il Mercurio); Solventi.
Tutti i campionamenti sono stati effettuati in ogni punto indicato prima del passaggio del relitto (e dei rimorchiatori che lo tiravano) e immediatamente dopo il passaggio del relitto. Iin questa maniera si poteva valutare eventuali impatti sull'acqua dovuti al passaggio del relitto. Ogni volta è stato effettuato n campione superficiale ed un campione a meno 15 metri sul livello del mare.
Non sono mai stati individuati fenomeni di contaminazione visiva e/o olfattiva; l’aspetto visivo delle acque, in termini di trasparenza è sempre stato molto buono.
È opportuno anche riferire che non sono mai stati effettuati campionamenti straordinari (non previsti dal piano di monitoraggio progettato) derivanti da eventuali sospetti fenomeni di contaminazione in atto.
Nei sopralluoghi effettuati in mare, con l’ausilio dei mezzi della CP in prossimità della poppa del relitto, non è mai stata individuata la presenza di materiali di vario genere dispersi che potessero essere attribuiti al passaggio del relitto.
Per concludere, in attesa dei responsi analitici sui campioni prelevati durante il towing, il tecnico ARPAT riferisce che si sono mai state verificate situazioni di criticità organoletticamente individuabili.