GROSSETO - “Mentre attendiamo con interesse quali saranno le linee che emergeranno dalla Convegno “L’ibridazione tra mammiferi selvatici e domestici, minaccia e opportunità di conservazione” e con l’occasione ribadiamo la nostra disponibilità a sederci a qualsiasi tavolo dove si voglia trovare una soluzione condivisa al problema predatori, è con soddisfazione che raccogliamo i frutti di una nostra vittoria. Una vittoria della Cia- Confederazione Italiana Agricoltori” commenta il vice Presidente regionale e Presidente provinciale Enrico Rabazzi, “delle altre organizzazioni agricole ma soprattutto una vittoria di tutti gli agricoltori.
È stato pubblicato, e scade il prossimo 15 novembre il bando per ottenere gli indennizzi per gli attacchi alle greggi, subiti e regolarmente denunciati, nel corso del 2014. Inoltre, grazie alle nostre sollecitazioni, i risarcimenti saranno allargati anche ai danni indiretti: capi abbattuti, gravidanze interrotte, perdite di latte ecc. La battaglia della Cia, iniziata negli anni scorsi e concretizzatasi il 2 maggio scorso durante l’incontro con il Presidente Enrico Rossi, trova dunque una importante, ma giudichiamo parziale, risposta. Nessuno cenno infatti a chi ha subito danni prima del gennaio 2014. Dobbiamo pensare che oramai per loro è acqua passata? Che per le aziende che sono state messe in ginocchio negli anni 2012-2013 non ci sono risposte? Preme evidentemente ricordare che proprio in quei 2 anni si è registrato il numero più alto di attacchi alle greggi; far finta di nulla, oltre ad essere mortificante, rischia di decretare la morte per molte aziende e dare un colpo di grazia ad uno dei più importanti settori agricoli della Toscana.
Altro punto che come Cia vogliamo chiarire è che i pastori non vogliono indennizzi al contrario vogliono lavorare, allevare le pecore senza temere i predatori, dormire senza il timore di essere svegliati dal pianto delle pecore sgozzate. Nessun indennizzo potrà mai risarcire l’umiliazione che si prova quando ci si sente abbandonati dalle istituzioni. Per questo chiediamo che si di il via al progetto “cattura dei predatori”: un passaggio oramai non più procrastinabile: da una parte per tutelare gli agricoltori dall’altra per chiarire a quale specie appartengono i predatori.
Ben vengano dunque i Convegni internazionali, ma chiediamo agli scienziati di non dimenticare che anche le pecore hanno il diritto di essere tutelate al pari di altri animali e che se non salvaguardiamo la pastorizia rischiamo di far morire un comparto agricolo che negli anni ha sempre tutelato e protetto l’ambiente e il nostro territorio."