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Indagini sulla rapina alla gioielleria, gli inquirenti non escludono nessuna pista

I poliziotti stanno tenendo d'occhio i grossisti, non è escluso che i malviventi si siano diretti verso Roma

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GROSSETO – Proseguono le indagini da parte della squadra Mobile della polizia sulla rapina avvenuta martedì pomeriggio al laboratorio orafo di via Adige.
Ancora sotto shock il proprietario per la violenza e l'ingegno con cui gli sono stati portati via gioielli, oro e anche contanti che sono stati stimati pari ad un valore di circa 500 mila euro.
Una rapina che mai fino ad ora era avvenuta in città, soprattutto per la dinamica con cui si è svolta: non erano tre furfanti sprovvisti o con il solito passamontagna, infatti, quelli che si sono introdotti all'interno della gioielleria, ma veri e propri professionisti che travestiti da finanzieri hanno ammanettato, imbavagaito e nascosto dentro uno sgabuzzino il proprietario.
Proprietario che per altro, durante il colpo, ha riportato anche delle ferite e che quindi ha dovuto recarsi al pronto soccorso dal quale è uscito soltanto nella tarda serata di martedì.
Una rapina insomma, che per gli inquirenti che stanno indagando ha davvero dell'incredibile.
I poliziotti, infatti, al momento starebbero seguendo diverse piste.
Prima tra tutte, vista l'ingente quantità di oro e gioielli rubati, quella di pensare che tutto questo malloppo andrà piazzato da qualche parte, quindi i grossisti sono i primi da tenere d'occhio.
Al momento, però, dei tre malviventi non c'è nessuna traccia, forse dicono i poliziotti, potrebbero aver cambiato auto appena dopo la rapina e perchè no, dato il loro accento laziale, avrebbero potuto prendere proprio la strada verso Roma.
Tanti interrogativi e indagini aperte, quindi, da parte dei poliziotti che stanno battendo ogni strada palusibile per risolvere questo grattacapo.
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