SCARLINO - "Ci sono classici di letteratura, ma a Scarlino abbiamo anche i classici di politica. Sono quelli specializzati in demagogia che si materializzano ogni volta che captano una discussione che potrebbe in un certo modo essere contro l’amministrazione. Si perché la lista civica “La Rinascita”, già dal suo mentore e primo consigliere Mauro Ontani fino ad arrivare all’ultimo in ordine di apparizione in Consiglio, Paolo Bianchi, si è contraddistinta per non aver fatto una proposta costruttiva, alternativa alla maggioranza, con definizione di priorità, risorse e strategie necessarie per arrivare alla conclusione e al raggiungimento di un qualche obiettivo. Niente.
In quasi dieci anni di cammino insieme ci hanno infatti abituato a periodici interventi su argomenti che, affrontati con uno stile classico, sono stati pescati tra gli argomenti più gettonati e sostanzialmente già discussi, probabilmente nel tentativo di accattivarsi semplicemente un pezzetto di opinione pubblica, quella contro, per poi intervenire, appunto, schierandosi dalla parte di chi si lamenta dell’Amministrazione comunale. Un classico appunto, fin troppo facile per una opposizione. Voglio ricordare gli interventi più significativi, come quello sulla chiusura delle poste (per le quali però arrivarono in ritardo), il porto del Puntone (dove sono stati citati in una causa civile per diffamazione), la nuova scuola , il rischio idraulico (tristemente di moda dopo le ultime bombe d’acqua) fino alla Tares e in ultimo al canile.
Questo è anche comprensibile in un certo senso, perché di fronte a una continuità amministrativa che negli anni si è assunta le sue responsabilità ed ha seguito gli impegni del programma elettorale, resta solo “rosicare ai fianchi la giunta” nella speranza che nel mucchio qualcuno …abbocchi.
E adesso faccio un approfondimento sulla Tares: la Rinascita forse non ha seguito le polemiche sia a livello provinciale che nazionale, perché altrimenti avrebbe notato che quello che succede da noi è successo nella quasi totalità dei comuni italiani, a causa del Governo Letta che ha dato facoltà di rimanere a Tarsu con modifiche normative nella Gazzetta Ufficiale del 29 ottobre, quando oramai tutti i comuni avevano impostato i loro bilanci dopo un lungo e incerto lavoro, dovuto alla confusione del federalismo fiscale. Solo alcuni enti, cioè quelli che a fine ottobre non avevano i bilanci pronti, per uno scherzo del destino non sono stati penalizzati, ma anzi premiati, ed hanno potuto lasciare invariato, dovendo comunque inserire la parte a carico dello Stato di 0.30 centesimi.
Per onor del vero, allora, la Rinascita dovrebbe dire anche che Scarlino è uno dei pochi in Provincia che non ha mai introdotto l’addizionale irpef comunale, laddove nella maggior parte dei comuni è arrivata al massimo ( 0,8 %).
Veniamo adesso all’argomento clou: il canile comprensoriale.
Immaginavo che un boccone così succulento non potesse scampare alla Rinascita, che comunque mi offre l’occasione per alcuni chiarimenti: si critica il costo dell’opera, di 700 mila euro, cifra media per una opera pubblica sovracomunale che rispetti le normative, tra l’altro cifra ben inferiore alla prima ipotesi progettuale di oltre un milione di euro, scartata dai Comuni.Ma quello che non capisco è come si possa al contempo proporre, se sono troppi 700 mila corsi di formazione per i gestori. Pare una contraddizione neanche troppo velata.
Tra l’altro l’attuale gestione ha professionalità e gestisce in maniera egregia il canile del Martellino, tanto che è diminuito il numero di cani ed è aumentata l’adozione anche grazie agli eventi organizzati e alle strategie di sensibilizzazione seguite. E poi, qualora si voglia proporre i corsi di formazione, ma chi li dovrebbe pagare? Affinchè si suggerisca una cosa seria e credibile, è necessario dare specifiche fondamentali, e non cose tirate là tanto per fare show. Quale è l’idea della Rinascita? Forse dovrebbero pagarli gli enti pubblici, cioè i cittadini, oppure il nuovo gestore, che ovviamente dovrebbe fare un conto economico sulla utilità dell’operazione economica. Comunque nel bando per la gestione del canile della Botte, si prevede l’assegnazione con l’offerta economicamente più vantaggiosa e non al massimo ribasso, proprio per garantire con precisi criteri la buona gestione, ed uno di questi criteri è la garanzia occupazionale e progetti di recupero sociale e per adesso facciamo a meno dei suggerimenti”.
Questo è anche comprensibile in un certo senso, perché di fronte a una continuità amministrativa che negli anni si è assunta le sue responsabilità ed ha seguito gli impegni del programma elettorale, resta solo “rosicare ai fianchi la giunta” nella speranza che nel mucchio qualcuno …abbocchi.
E adesso faccio un approfondimento sulla Tares: la Rinascita forse non ha seguito le polemiche sia a livello provinciale che nazionale, perché altrimenti avrebbe notato che quello che succede da noi è successo nella quasi totalità dei comuni italiani, a causa del Governo Letta che ha dato facoltà di rimanere a Tarsu con modifiche normative nella Gazzetta Ufficiale del 29 ottobre, quando oramai tutti i comuni avevano impostato i loro bilanci dopo un lungo e incerto lavoro, dovuto alla confusione del federalismo fiscale. Solo alcuni enti, cioè quelli che a fine ottobre non avevano i bilanci pronti, per uno scherzo del destino non sono stati penalizzati, ma anzi premiati, ed hanno potuto lasciare invariato, dovendo comunque inserire la parte a carico dello Stato di 0.30 centesimi.
Per onor del vero, allora, la Rinascita dovrebbe dire anche che Scarlino è uno dei pochi in Provincia che non ha mai introdotto l’addizionale irpef comunale, laddove nella maggior parte dei comuni è arrivata al massimo ( 0,8 %).
Veniamo adesso all’argomento clou: il canile comprensoriale.
Immaginavo che un boccone così succulento non potesse scampare alla Rinascita, che comunque mi offre l’occasione per alcuni chiarimenti: si critica il costo dell’opera, di 700 mila euro, cifra media per una opera pubblica sovracomunale che rispetti le normative, tra l’altro cifra ben inferiore alla prima ipotesi progettuale di oltre un milione di euro, scartata dai Comuni.Ma quello che non capisco è come si possa al contempo proporre, se sono troppi 700 mila corsi di formazione per i gestori. Pare una contraddizione neanche troppo velata.
Tra l’altro l’attuale gestione ha professionalità e gestisce in maniera egregia il canile del Martellino, tanto che è diminuito il numero di cani ed è aumentata l’adozione anche grazie agli eventi organizzati e alle strategie di sensibilizzazione seguite. E poi, qualora si voglia proporre i corsi di formazione, ma chi li dovrebbe pagare? Affinchè si suggerisca una cosa seria e credibile, è necessario dare specifiche fondamentali, e non cose tirate là tanto per fare show. Quale è l’idea della Rinascita? Forse dovrebbero pagarli gli enti pubblici, cioè i cittadini, oppure il nuovo gestore, che ovviamente dovrebbe fare un conto economico sulla utilità dell’operazione economica. Comunque nel bando per la gestione del canile della Botte, si prevede l’assegnazione con l’offerta economicamente più vantaggiosa e non al massimo ribasso, proprio per garantire con precisi criteri la buona gestione, ed uno di questi criteri è la garanzia occupazionale e progetti di recupero sociale e per adesso facciamo a meno dei suggerimenti”.
Maurizio Bizzarri
Sindaco di Scarlino