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Ritardi e rimandi al consiglio comunale. La lista civica Grosseto oggi propone il "voto a domicilio" per alcuni consiglieri

Felicioni: "Il regolare svolgimento della seduta va garantito"

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GROSSETO - "E’ una vergogna, uno scandalo vero e proprio che deve terminare. Nel centro Italia, quindi in una realtà anche ben strutturata ed attrezzata del nostro bel paese, con una politica partitica italiana devastata che arranca giorno per giorno tentando di recuperare, di rendersi ancora credibile al pensiero dei cittadini ma che non riesce a dare fattivamente risposte quotidiane nella Pubblica Amministrazione, gli “eletti” del comune nella città capoluogo Toscana, 82.000 abitanti amministrati, cosa fanno anziché dare il bell’esempio sugli oneri, doveri e sacrifici di competenza dell’Amministratore Pubblico?  Non partecipano alle assise del consiglio comunale, si sottraggono al proprio dovere sfilandosi “in sordina” quando l’argomento potrebbe esporli a critiche o a responsabilità di decisioni impopolari, fanno mancare il numero legale per non consentire al consiglio comunale di svolgere le proprie funzioni ed il proprio lavoro nell’interesse del cittadino. Ma tutti questi signori e signore “eletti” lo hanno capito che sono lì non per passare il tempo quando non hanno di meglio da fare ma per trattare, in rappresentanza non di se stessi, i bisogni e gli interessi del proprio elettorato e di tutti gli amministrati di questo comune? Lo avranno chiaro in testa che anche loro dal momento che sono stati eletti consiglieri o assessori, hanno il dovere di garantire il regolare svolgimento delle proprie funzioni all’organo consiliare? Quel che è accaduto anche ieri non è però la prima volta che accade e la mozione sulla “sperimentazione di pedonalizzazione del centro storico”  è forse il motivo politico di questa circostanza ma non di altre pregresse accadute anche per mera assenza di consiglieri.
Un comportamento quello troppo spesso tenuto da molti consiglieri comunali, assessori e dal garante del buon funzionamento dell’organo del consiglio comunale, quindi dal presidente del consiglio, Paolo Lecci, che non è più accettabile e che deve essere non più consentito pretendendo che da subito vengano rispettati  gli orari, pretesi comportamenti  consoni al luogo ed alle proprie funzioni da svolgere, con procedure e programmazioni adatte all’importante lavoro da svolgere nella/per la nostra pubblica amministrazione.
Non si può più accettare sedute dei consigli convocate per le ore 9.00 con costante inizio non prima delle ore 10.00 quando va bene, assise nelle quali gran parte degli interventi avvengono tra il disinteresse generale ed il parlarsi sopra l’uno con l’altro dei consiglieri e assessori; convocazioni diradate nei mesi dell’anno, poche e troppo nutrite numericamente di argomenti importanti, lavori che con affanno e relativa concentrazione si protraggono in modo non esauriente sino ad oltre le 13.30 per poi tornare nel pomeriggio con inizio alle 15.00 cioè 15.30 alla presenza del minimo consentito dei consiglieri quando va bene o quando invece va male con inizio e immediata fine causata dal numero legale non presente o costretto da un fuggi fuggi di colleghi che ritirato il  proprio “permesso” e se ne vanno lasciando gli altri in una condizione di inoperatività costretta ed in una immagine collettiva più adatta con tutto rispetto, ad un circolo ricreativo che ad un consiglio comunale di una città italiana capoluogo di provincia. 
E questo è giusto? E’ ancora accettabile a quasi tre anni dall’inizio dei lavori? Ieri come gruppo consiliare abbiamo presentato una richiesta indirizzata al presidente del consiglio, ai capo gruppi ed al sindaco che vede riunire il consiglio comunale anche in altri orari della giornata, tardo pomeriggio o alle 21.00, favorendo così la partecipazione ai lavori del consiglio dei cittadini impegnati durante il giorno con lavoro e famiglie ed anche le esigenze di quei consiglieri liberi professionisti, lavoratori autonomi, artigiani che non beneficiano del permesso retribuito di lavoro dipendente e che quindi sino ad oggi partecipando hanno spesso sacrificato il proprio lavoro e le proprie risorse anche economiche.
A questo punto riteniamo non più rimandabile la soluzione del problema; è indispensabile che il sindaco prenda dei provvedimenti veri e che davanti ai cittadini se ne facciano carico anche coloro che politicamente hanno ritenuto giusto far dirigere e rappresentare l’organo consiliare della città di Grosseto da esponenti  che addirittura, durante una delicata seduta come quella di ieri, iniziata alle 10.00, terminata alle 13.45, riniziata alle 15.30, giunti alle ore 16.30 si alza, si fa sostituire e se ne va.  Il resto lo lasciamo giudicare ai cittadini che ci osservano e che troppo spesso ci subiscono".
 
Massimo Felicioni
capogruppo Lista Civica Grosseto Oggi
 
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