GROSSETO - Prosegue senza alcun segno di inversione di tendenza la crisi delle aziende della provincia di Grosseto. E si aggrava inevitabilmente la già tragica situazione occupazionale. Il presidente della Provincia, Leonardo Marras, insieme al presidente del Consiglio provinciale Sergio Martini, e al responsabile del Centro per l'Impiego Massimo Caramelli, hanno riunito a Palazzo Aldobrandeschi il Tavolo permanente provinciale sul lavoro, per affrontare con i sindacati, i rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni di categoria, la drammatica situazione che sta vivendo questo territorio.
Sono 28mila e 804 i disoccupati in provincia di Grosseto secondo i dati del Centro per l'impiego, registrati a settembre 2013, con un incremento del 5,2% (+ 1.429) rispetto al 2012 e addirittura del 23% rispetto al 2011 (+ 5.386). Nel primo semestre 2013 si sono registrati 3.075 avviamenti in meno al lavoro rispetto allo stesso periodo del 2012, con una una contrazione importante, di oltre 10 punti percentuali su base annua.
"Il dato già di per sé negativo - dichiara Leonardo Marras, presidente della Provincia - non tiene conto del numero di persone senza lavoro che non sono neppure più iscritte al Centro per l'Impiego; e non tiene conto dei lavoratori in cassa integrazione che potrebbero presto essere disoccupati. Il quadro è, quindi, ancora più serio".
"Anche nel turismo - continua Marras - che insieme all'agricoltura sono i due settori più importanti per l'economia locale, cala la capacità di creare occupazione. Nonostante l'alberghiero registri una inversione di tendenza positiva con un 20% in più di presenze di stranieri nel 2013, i contratti di lavoro stagionali sono sempre più corti e non garantiscono più al lavoratore la possibilità di richiedere la disoccupazione. Credo che siamo davvero di fronte ad una situazione esplosiva dal punto di vista della tenuta sociale".
"E' evidente - conclude Marras - che per creare i presupposti della ripresa occorrono investimenti e politiche pubbliche che oggi non è possibile mettere in piedi a livello locale. Fermo restando che non possiamo incidere sulla politica degli incentivi e degli sgravi fiscali, il Tavolo avrà il compito di organizzare e utilizzare nel migliore dei modi le pur limitate risorse che riusciamo a raccogliere a livello provinciale. Tra le varie proposte è emersa la necessità di focalizzare l'attenzione sui disoccupati adulti per i quali al momento non esistono misure ad hoc. Un'altra azione sarà destinata alla formazione dei disoccupati in cassa integrazione. Affronteremo poi la questione dei fondi strutturali, che saranno sempre più legati alla dimensione territoriale, per comprendere come coordinarli in assenza della Provincia".
La componente femminile continua a rappresentare il 60% della disoccupazione provinciale, anche se è il targhet maschile a crescere maggiormente, sia in termini assoluti che percentuali (F +3%, M+8%).
Per quanto riguarda la distribuzione per classi d'età non si evidenziano scostamenti significativi rispetto a settembre 2012: la disoccupazione rilevata dai dati amministrativi riguarda principalmente le fasce intermedie di età e in particolare le donne adulte. La fascia di età compresa tra i 35/34 anni rappresenta il 50% (14.336) della disoccupazione amministrativa a fronte del 38% dell'aggregato giovanile (10.945). Il 52% delle donne in disoccupazione appartiene alla fascia d'età 35/54 anni (8958).
Nel primo semestre 2013 si sono registrati 3.075 avviamenti in meno al lavoro rispetto allo stesso periodo del 2012, con una una contrazione importante, di oltre 10 punti percentuali su base annua.
Le persone che durante i primi 9 mesi del 2013 sono entrate in disoccupazione amministrativa ammontano a 6.507 (3.108 maschi e 3.395 femmine), 900 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.